ANDREA CELESTI 1637-1712
Andrea Celesti fu attivo tra Venezia, la Riviera del Garda e Brescia e fu noto soprattutto per le sue opere di soggetto sacro, caratterizzate da uno stile delicato e luminoso influenzato dai modelli della grande tradizione veneziana del Cinquecento, in particolare quelli di Tintoretto e Paolo Veronese. Nella fase matura della sua produzione, l'artista si avvicina anche alla pittura olandese, in particolare a quella di Rembrandt, da cui prende in prestito un nuovo uso della luce e un'attenzione agli aspetti quotidiani della vita popolare. Queste caratteristiche sono evidenti anche in questa Adorazione dei pastori con la sua ambientazione notturna, illuminata quasi esclusivamente dalla luce divina emanata da Gesù Bambino. Il dipinto è un olio su tela raffigurante la nascita di Gesù entro un’ampia capanna coperta a spioventi, dai quali filtra la luce fredda d’un cielo illuminato da una falce di luna, si svolge la scena dell’Adorazione dei pastori. Al centro, entro un alone luminoso, è Maria (alle cui spalle è San Giuseppe appoggiato al bastone), in adorazione davanti alla mangiatoria in cui è deposto il Bambino. Intorno al gruppo della Sacra Famiglia è tutto un movimento affollarsi di pastori, curiosi, popolane, colti nelle più varie espressioni.
Nonostante le sue dimensioni imponenti, il dipinto è eseguito con estrema delicatezza, con pennellate che sembrano quasi sul punto di sciogliersi. La stessa composizione fu riproposta da Celesti nella tela ora alla Pinacoteca Corrado Giaquinto di Bari (inv. n. 19), quasi identica per dimensioni alla presente e databile all'ultimo decennio del XVII secolo (A.M. Mucchi, C. Della Croce, Il pittore Andrea Celesti, Milano 1954, p. 90).
L'opera qui presentata è documentata negli inventari della collezione di Girolamo Manfrin, facoltoso impresario attivo nel commercio del tabacco, che creò una delle più importanti collezioni di Venezia tra il XVIII e il XIX secolo. Ospitata nel palazzo di famiglia a Cannaregio, la pinacoteca era aperta al pubblico due volte a settimana ed è citata in tutte le guide della città; è citata anche nei diari di viaggio di numerosi letterati e artisti che l'hanno visitata, come George Byron, Jacob Burckhardt, Gustav Friedrich Waagen ed Edouard Manet. Manfrin era particolarmente appassionato di pittura veneziana del XVI e XVII secolo, e tra i dipinti più importanti della sua pinacoteca c'erano due tele di Giorgione, La vecchia e la famosa Tempesta, entrambe oggi conservate alle Gallerie dell'Accademia a Venezia. Le collezioni di Girolamo, però, comprendevano anche sculture, libri, stampe e una collezione scientifica di fossili e conchiglie, nello spirito del collezionismo 'enciclopedico'.
Al nucleo originario della collezione appartiene l'Adorazione dei pastori di Andrea Celesti, che conserva ancora sul retro le etichette e i riferimenti inventariali, già citata nel primo documento conservato, un inventario compilato nel 1794 dal restauratore Pietro Edwards, collaboratore e consulente di Manfrin (Abbozzi catalogo Galleria manfriniana 1794); Compare poi in un altro inventario datato 1834, compilato dopo la morte di Pietro Manfrin, figlio di Girolamo, al momento del trasferimento dei beni alla sorella Giulia Angela Giovanna. Entrambi i documenti menzionano l'esistenza di un pendant raffigurante La moltiplicazione dei pani, attualmente non rintracciato.
La dispersione delle collezioni Manfrin iniziò intorno alla metà dell'Ottocento, con una prima vendita a Venezia nel 1856, seguita da altre aste a Parigi (1870) e Milano (1897). Le opere furono contese da eminenti collezionisti privati, soprattutto inglesi e americani, e dai più importanti musei europei: la National Gallery e il Louvre entrarono in trattative con gli eredi Manfrin per l'acquisto di blocchi della collezione. Tuttavia, un numero considerevole di dipinti rimase in patria, acquisito dalle Gallerie dell'Accademia di Venezia. Per la presente tela, come ricorda il volume di Francesco Zanotto sulla storia della pittura veneziana pubblicato nel 1880, "i due dipinti, veramente distinti, l'uno con la Nascita di Gesù, l'altro con la Moltiplicazione dei pani" provenienti dalla galleria Manfrin sono finiti in Spagna, dove forse sono stati venduti all'asta. Andrea Celesti fu attivo tra Venezia, la Riviera del Garda e Brescia e funoto soprattutto per le sue opere di soggetto sacro, caratterizzate da uno stile delicato e luminoso influenzato dai modelli della grande tradizione veneziana del Cinquecento, in particolare quelli di Tintoretto e Paolo Veronese. Nella fase matura della sua produzione, l'artista si avvicina anche alla pittura olandese, in particolare a quella di Rembrandt, da cui prende in prestito un nuovo uso della luce e un'attenzione agli aspetti quotidiani della vita popolare. Queste caratteristiche sono evidenti anche in questa Adorazione dei pastori con la sua ambientazione notturna, illuminata quasi esclusivamente dalla luce divina emanata da Gesù Bambino. Nonostante le sue dimensioni imponenti, il dipinto è eseguito con estrema delicatezza, con pennellate che sembrano quasi sul punto di sciogliersi. La stessa composizione fu riproposta da Celesti nella tela ora alla Pinacoteca Corrado Giaquinto di Bari (inv. n. 19), quasi identica per dimensioni alla presente e databile all'ultimo decennio del XVII secolo (A.M. Mucchi, C. Della Croce, Il pittore Andrea Celesti, Milano 1954, p. 90).
Restauri d'uso
Dimensioni in centimetri;
Lunghezza 200
Profondità
Altezza 148,5